Lungo le coste italiane s’incontrano isolate costruzioni cilindriche, o a pianta quadrata, che da secoli sorvegliano il mare: sono le torri costiere, chiamate anche “torri di guardia”, o “torri di avvistamento”. Nate con lo scopo di contrastare i pericoli che giungevano dal mare, queste singolari sentinelle facevano parte di un sistema di protezione che ha origini antiche, ma che ha visto il periodo di maggiore fioritura tra il Cinquecento e il Settecento. Cessata nella prima metà del XIX secolo la loro funzione istituzionale e di difesa, certune di queste torri sono state impietosamente adibite a funzioni diverse, con interventi che ne hanno in parte alterato l’aspetto originario.
Ho preferito rivolgere il mio interesse solo ad alcune di quelle torri litoranee miracolosamente sopravvissute. Percosse dal vento marino, dalle onde e dalla salsedine che ne ha inesorabilmente modificato la struttura, riducendole alla condizione di rudere, queste arcaiche vedette del mare hanno manifestato una straordinaria forza di sopravvivenza: sono braci ancora accese che si oppongono all’azione inesorabile della natura , rivelando nella loro fragilità una caparbia resistenza. Non è però la loro lettura nostalgica che mi ha spinto a fotografarle, e neppure una volontà documentaristica bensì la mia costante esigenza di cogliere nel presente quel che resta di antiche costruzioni funzionali, poi cadute in disuso, quindi abbandonate.
In una visione paesistica costiera moderna e varia, i cui mari – Adriatico, Ionio, Tirreno – si estendono fino all’orizzonte, questi silenti relitti hanno assunto una forma estetica nuova, originale e di grande fascino, che sarà inevitabilmente soggetta nel tempo ad altre profonde trasformazioni.